Sovra esporre e de saturare un poco

Corsi Fotografia

La fotografia di paesaggio segue scuole differenti e, spesso diametralmente opposte…
O si satura e si aumentano i contrasti o si cercano  leggerezza e delicatezza eteree…
Per questo tipo di fotografia è molto importante scegliere le giornate giuste… Cieli nuvolosi con luce diffusa… Non basta anche l’ora deve essere giusta intorno alle 12 per aumentare l’effetto di piattume…
La sovra esposizione è sempre difficile perché rischia di bruciare i bianchi…
Si deve fotografare con i file RAW perché la gestione del JPG fatto dalla fotocamera non ha una latitudine di posa che mi permette le regolazioni necessarie.

In macchina io arrivo a sovra esporre  non più di 1 stop.

In post produzione toglierò il più possibile le ombre e de saturerò un po’ tutta l’immagine.
Infine effetterò una regolazione con le curve andando a tagliare le alte luci…
In questo modo si arriva ad ottnere delle immagini che ricordano vagamente quelle di LUIGI GHIRRI.

A preve un piccolo post sulla differenza fra COME e PERCHE’, fermo restando che il secondo è ciò che conta nella vita e non solo in fotografia.

Corsi Fotografia

Fotografo paesaggioWedding Photographer

L’esposimetro mentale…

 

Quest’inverno ho avuto l’occasione di uscire a scattare alcune volte con dei fotografi con cui svolgevo un corso di camera Oscura Individuale. Il corso si svolge tendenzialmente in tre incontri, il primo é teorico, il secondo usciamo a fotografare ed il terzo sviluppiamo e stampiamo ciò che abbiamo visto con i nostri occhi e ripreso, in modo da chiudere il cerchio su ciò che abbiamo fatto vedendo assieme alcune principali tecniche di camera Oscura.

Il giorno che siamo usciti ho portato con me una macchina meccanica, una Nikon FM a cui non ho rimesso le pile anni fa, abituandomi semplicemente alla regola del sunny 16…

sunny16 corsi fotografia milano

Questo naturalmente non significa che sia più bravo o esperto (di solito vale esattamente il contrario) ma che, e chi mi conosce sa quanto sia vero, sto cercando di liberarmi più possibile del mezzo. Un caro amico fotografo diceva che per me un estensione cervello/carta sarebbe l’ideale e credo che quella definizione sia totalmente azzeccata. Negli anni (ma recentemente ci sto dando dentro più che mai) sto eliminando tutta l’attrezzatura più possibile ed anche nei servizi professionali sto cercando di usare solo lo stretto indispensabile.

Ho un paio di reflex per i servizi di fotografia commerciale e i servizi come fotografo di matrimonio e una manciata di obiettivi principalmente manuali, bastano e avanzano. Al di fuori della fotografia professionale ho la mia FM e una Ricoh GR, nient’altro…anzi é fin troppo. Attrezzatura che posso sostituire facilmente se va persa, distrutta o in caso di guasti, senza che debba crearmi pensieri sull’averne cura o su cosa devo fare per acquistarne una nuova, e la qualità é assolutamente ottima. Macchine compatte e discrete, pronte quando servono. Se ci pensiamo un attimo grandi fotografie sono state fatte con attrezzatura assolutamente inferiore a quella che utilizziamo oggi, e che reputiamo inadatta…

Se imparo a leggere la luce mi libero della macchina, quello che serve é solo immergersi nel flusso della vita che mi scorre davanti ed avere idee. Sentire e reagire, lasciare che gli errori diventino parte dell’esperienza. Senza zavorre.
Sunny 16 non é una scelta “Vintage” ma piuttosto una semplificazione, perché oggi tutto diventa inutilmente complicato troppo spesso…

Liberiamoci.

Alcune fotografie da quel giorno…

 

 

 

Imparare dagli errori, meno macchine più progetti

L’ho fatto  ancora… Qualche mese fa ho comprato una nuova  macchina fotografica… Mi ero ripromesso di non farlo più eppure ci sono ricascato. La macchina è ottima ed è meglio della precedente, come sempre capita con i quasi tutti i prodotti tecnologici oggi…

Non si tratta di soldi ma di tempo…
Sole, scendo verso il mare… Bianca mi prende la mano e mi dice: “Grazie papà”…

In quel momento ho sentito fino nel profondo che avrei potuto fare un viaggio con mia figlia… Ritagliarmi un mese on the road con lei… Invece niente ho una scatola nera che  mi auta un po’ di più a fare quello che voglio…. Ne è valsa la pena? Non credo.

E’ meglio investire nelle emozioni nel tempo da passare con gli affetti… o nell’esperienza di viaggi straordinari che hanno cambiato per sempre il mio modo di sentire e di vedere il mondo… Memorie che sono sempre con me: non mi pesano sulla schiena e non butterò via dopo qualche tempo

Per lavorare bastano due corpi e due lenti…  non molto di più… Spesso nascondiamo le nostre insicurezze nella attrezzatura.

Prima di comprare della nuova attrezzatura dovremmo sempre farci delle domande e una affermazione:

  1. Mi serve veramente?
  2. Mi permette di essere più vicino alla rappresentazione del mondo che ho in testa?
  3. Quanto tempo mi potrei comprare per realizzare dei progetti personali?
  4.  Sto investendo in me stesso o su di un produttore di oggetti?
  5. Se mi sono fatto queste domande e ho risposto sinceramente è meglio che esca a fotografare… 🙂

La piccola gallery che avete visto sopra 1 macchina 1 ottica (equivalente del 24mm) e un biglietto aereo!!!  Non vi servirebbero più di 1.250 Euro  per 4 giorni a Yangon…
Certo bisogna capire cosa fa al caso nostro, quale è l’ottica migliore per il nostro modo di esprimerci…

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Qui qualcosa di più su di me:

Fotografo, Wedding photography, Photo journalism, Story Telling

 

 

La lezione di Larrain: meditate gente meditate….

Nel 1972 Sergio Larain (1931 – 2012) all’apice della sua carriera fotografica si ritirò sule Ande nel paesino di Tulahuén perché stanco e deluso dal mondo dei media. Passò il resto della sua vita cercando di raggiungere la completa autosufficienza in una specie di mondo autarchico, fotografando, meditando e lavorando la terra… Chissà cosa avrebbe pensato Sergio se fosse stato precipitato nel mondo di oggi?

L’altro giorno stavo facendo delle ricerche con Matteo Cuzzola su dei motori di ricerca internazionali e constatando che non eravamo facilmente trovabili dai nostri clienti piano ci è salita l’ansia… Oggi sembra che tu possa fare il fotografo solo se esisti in rete e non se sei una persona in carne ossa. Tutto questo porta a delle distorsioni abominevoli e a pensieri non corretti.

Tornando a Larrain ho visto che nell’ultimo periodo molte sensazioni negative sono sparite seguendo una piccola parte della sua strada. Non sono abbastanza ricco per ritirarmi in montagna 🙂  ma ho ripreso a meditare… Non tanto 10 minuti al giorno… Mi sveglio  la mattina  invece di iniziare a correre come un cane che si morde la coda, mi siedo con le gambe incrociate ad occhi chiusi ed ascolto il mio respiro e sento le palpebre che non ne vogliono sapere di rilassarsi, i pensieri che iniziano ad ammassarsi. Un respiro, un altro, l’aria entra dal naso e scende nella carotide a riempire i polmoni, lentamente e poi fuori all’inverso come una bottiglia che si vuota… Nel giro di qualche minuto non rimane che quello il respiro che mi mantiene in vita… Guardo tutto in maniera distaccata e serena… Fino a quando le mie gatte non mi assaltano ed inizia la pet therapy… 🙂 Ecco qualcuno sarà convinto che mi sono completamente rimbambito invece inizio a essere più concentrato più positivo ho ritrovato il tempo di tornare a guardare i libri di fotografia nella mia biblioteca.

Ok non vi ho convinto? Guardatevi un po’ di scatti di Sergio Larrain almeno quelli vi piaceranno!!!

Qui i libri di Sergio Larrain.

Vittore Buzzi fotografo, Vittore Buzzi wedding

Rinominare le foto

Ci sono cos’è che andrebbero insegnate in maniera propedeutica a scuola… è l’ABC… lasciare i file con il nome che dà la macchina non è una buona idea
Eppure questa idea di rinominare i file, così semplice, diventa sempre difficile… difficile perchè ognuno ha una sua strategia una sua opinione su come rinominare i file… Tutte, nel 99,99% dei casi, sbagliate.
Viviamo in un mondo in cui il primo che passa si sente in grado di dare lezioni alla più belle menti della scienza figuriamoci se non  c’è fra di voi qualcuno che non vorrebbe attardarsi a spiegarmi come si devono rinominare i file o perchè il suo metodo funziona sopra tutto per lui.

Io ho risolto anni fa informandomi un pochettino su internet. C’è una scienza dietro l’archiviazione dei supporti digitali che si chiama D.A.M. e c’è un bravo fotografo che la spiega in maniera chiara e semplice qui: http://thedambook.com/about/

Tornando a noi un “buon nome” per un file deve avere una importantissima caratteristica DEVE ESSERE UNICO.

La strategia migliore è di rinominare i file così:  NomeaScelta_aammgg_0001

aammgg??? 

Nome a scelta io uso il mio cognome

aa –> ultime due cifre dell’anno (se avete archivi che coprono più di cento anni allora dovete usare le prime tre cifre)

mm –> il mese

gg –> il giorno

sequenza di 4 cifre crescente in base all’orario di scatto

In questa maniera si possono far rinominare i file direttamente da Lightroom o Bridge o ACDSEE o Capture ONE a patto che abbiate settato la data e l’orologio della vostra macchina in maniera corretta.

Rinominare i file è il primo indispensabile passo a tenere l’archivio in ordine e vi allontana dal possibile delirio confusionale che é sempre in agguato all’interno del vostro archivio.

 
Vittore Buzzi / Fotografo architettura / Fotografo Matrimonio Varese / Wedding Photographer Lake Maggiore