Quel che rimane alla fine del giorno…

Sveglia, corri, caffè doccia…

Fuori poi sottoterra….

“Ho visto delle nuove scarpe che non si può… La pratica è ancora aperta, mi raccomando di non dimenticarsi… Ma ti pare che possa permettersi di rispondermi così, ma a chi pensa di rivolgersi…”

Persone nascoste dentro cellulari…

Incontri riunioni…

Appuntamenti…

Ritorni…

Poi di colpo ecco…

Un sottile strato di tessuto separa interno da esterno…

Click…

Ecco quel che rimane alla fine del giorno…

Sarà bello ripensarci domani, sarà bello aver tenuto per se un attimo di meditazione…

Aver scoperto così vicino a noi qualcosa di così prezioso, fragile e delicato… che il consumo non è riuscito ad intaccare… che lo stress non s’è mangiato a morsi…

La fotografia è anche questo… Una pratica di salute che ci riavvicina alla nostra natura caduca e per questo così importante da glorificare ogni giorno perchè non tornerà più…

Nei nostri corsi si parla di tecnica, ma non solo sono dei piccoli viaggi, dei tour alla ricerca di un senso… dei percorsi di presa di coscienza che vanno ben oltre il fare una bella foto… Cerchiamo di fare buone foto!!!
Una al giorno…

 

Corsi Fotografia

Corsi Fotografia

Emozionarsi ancora

Oggi le fotografie (ma magari fossero solo quelle) vengono consumate in fretta.
Scatto, applico un filtro, magari in modo istantaneo mentre faccio mille altre cose e condivido. I like che ricevo testimonieranno che il divertimento é stato raggiunto…lasciando lo spazio per dedicarsi al ricordo successivo.

Forse “ricordo” é una parola troppo ottimistica, perché di questi momenti poco o nulla resta nella memoria. Siamo assaliti da fotografie e input visivi di ogni tipo. Nessuno, o quasi, va negli album online a guardare fotografie. I “ricordi” durano il tempo di qualche ora, gli smartphone vengono sostituiti, svuotati, persi, i backup sistematici sono appannaggio di pochissime persone, figuriamoci la stampa.
Lo dicono le statistiche dei siti web, e lo dice il fatto che se pensate a qual’é l’ultima foto che avete visto ieri online spesso non ve lo ricordate.
Fotografiamo per dimenticare.

Torniamo ad emozionarci nuovamente per le fotografie!

Fotografiamo quello che davvero ci importa, quello che ha lasciato un segno nella nostra esistenza e che è andato aldilà di un “like” sui social network. In fondo é semplice, basta fotografare come ci piace quello che davvero ci riguarda.
Stampiamo i nostri ricordi, e non per forza in fine-art a prezzi da museo.

Una stampa custodita ci aprirà le meraviglie della memoria in un modo che i più stanno perdendo.

Torniamo ad essere collezionisti di vita, celebriamo questa occasione di bellezza…é meraviglioso.

corsi e Workshop fotografia Milano

 

La ricerca del momento

Ciao a tutti…

Mi capita sempre più spesso di parlare con persone che si affacciano alla fotografia oggi, di cosa rappresenti per me, ma non sempre é facile o possibile spiegarlo in poche parole…

Ho in cominciato a fotografare per esprimermi, documentare i miei giorni, capire meglio ciò che mi circondava e, facendo questo, imparare a capire e conoscere meglio me stesso. Gli errori che ho commesso lungo la strada sono chiaramente rivelati da istantanee che ho preso anni fa, prima che una situazione cambiasse per sempre per via di qualcosa che ho fatto, mentre gioie ed esperienze sono invece preservate da una memoria infedele. Poi ci sono fotografie che non trovano mai casa, vagano in giro come anime perse tra paradisi e inferni…confuse come storie da bar, sorprendenti e libere.
Proprio finché queste foto non troveranno casa, continuerò a vagabondare ed a cercare.
Se volete, é un ossessione per la normalità e per niente di speciale ma assolutamente meraviglioso e toccante nella normalità toccante.

Qualcosa in grado di elevarmi.

Non cerco più da tempo alcun momento perfetto, le cose succedono quando devono.

É dura, a volte come in questi ultimi mesi, lavorare come fotografo professionista e saltare continuamente su treni di storie altrui. Amo il mio mestiere e lo sceglierei senza dubbio nuovamente ma a volte succhia fuori il tempo da cose che invece avrei urgenza di fare. Tarde serate sono dedicate a scrivere, stampare, riguardare foto..il sonno viene rimandato di continuo…
Per vincere la sensazione di sentirmi sconfitto, cieco, o annoiato, io prendo fotografie. Quelle che voglio o desidero…le aspetto finché qualcosa succede e tutto collima. Dopo, mi sento appagato per un periodo, finché non inizio a sentirmi nuovamente vuoto o nudo e devo trovare qualcosa di nuovo…anche se difficilmente riesce ad essere come l’ultima foto…é una sensazione che sembra di aver avuto prima o totalmente nuova. Realtà e immaginazione viaggiano assieme. 

Avviene continuamente, e più sembra assurdo continuare questa danza, più la cosa assume senso e significato, proprio perché non ha alcun bisogno di esistere, che é forse il motivo migliore per esistere.

La macchina é solo una piccola scatola nera con comandi semplici sempre nella stessa posizione, che si metta meno di mezzo possibile tra me e quello che accade…un utensile geniale che mi dia la possibilità di trovare e capire significati,  registrare ed essere (a volte) un po’ più cosciente dell’importanza di essere qui, connesso a ciò che mi circonda.  Un gioco quotidiano di meditazione, ricerca, sorpresa e rivelazione.

Immagino, quindi, di poter dedicare tutto ciò al Caos. Chiamatela Street Photography o come vi pare, i generi perdono sempre più senso di essere catalogati.

Gabriele Lopez

http://gabrielelopez.me/

Info: Workshop di Street Photography a Milano- Marzo 2017

Stories, pensare le foto, sentire le foto

Argomento trattato: corso di Fotografia di Reportage

Spesso sentiamo parlare di reportage e di metafora… di foto ad effetto e piene di enfasi e retorica… Meno spesso di progetto e sentimento…

Questa brevissima serie fa parte di un lavoro pluriennale su uno dei più grandi fotografi contemporanei italiani Tony Giangiulio

E’ tutta basata sull’amore, sulla solitudine, sul tempo, sul ritrovamento  e sulle metafore della vita…
Sono immagini che vogliono generare un senso di attesa di melanconia con una speranza alla fine

Come si progetta una serie fotografica, come si costruisce un racconto? Come si veicolano le sensazioni?
Prima di tutto bisogna sentire le foto e avere qualcosa da dire, poi bisogna entrare in una relazione intima e profonda con il soggetto di cui vogliamo raccontare la storia, con rispetto e con dolcezza… Quindi si possono tentare delle soluzioni visive che sappiano coniugare e tenere unito il discorso che vogliamo imbastire sia dal punto di vista formale che da quello dei contenuti.

“La fine di una strada, il guardare fuori, il mondo che avanza, l’incognita e la tecnologia, le spine, il passato e i conti che la vita porta, il tempo, il calore degli affetti, la solitudine, il doppio, la fine, un nuovo inizio… Tutte le foto sono collegate fra loro…”

Non servono i grandi temi e neanche i grandi viaggi a volte basta solo l’amicizia…

Dentro un progetto fotografico però c’è molto: empatia, un modo di sentire e di immaginare la realtà, tutti i film, le mostre e le foto che abbiamo visto, i libri che abbiamo letto, tutte le lacrime che abbiamo pianto e tutte le risate che abbiamo fatto… Insomma c’è la nostra storia insieme a quella che raccontiamo…

La fotografia può essere un percorso di approfondimento, di analisi e di ricerca di un senso in un mondo sempre più caotico, ingordo e superficiale…
Certo è molto più facile comprarsi una macchina nuova e avere qualche like sui social media… Mettersi in cammino con i propri dubbi, il proprio amore e riflettere sul contemporaneo è tutta una altra cosa… E’ una strada che cerca di comprendere e di accettare…

Le fotografie possono confondere, offuscare, anestetizzare o generare un desiderio falso e onanistico…
Oggi più che mai è importante quantomeno saperle leggere…

Un grazie profondo a Tony che mi ha lasciato usare queste immagini, per i nostri silenzi di condivisione e per le fantastiche dormite che ho fatto da lui per le nostre confidenze e i nostri sogni così fragili e tanto spesso andati in frantumi e per quel tempo passato in riva al mare a guardare l’orizzonte…

Di questo e tanto altro parleremo nel nostro corso di Fotografia di Reportage si spazierà dalla gestione della attrezzatura sul campo all’importanza dei nuovi media e del video alla progettazione delle riprese, si introdurrà lo storytelling fino alla gestione dei fixer e ai possibili utilizzi  e la pubblicazione dei propri lavori.

Perché mai come oggi c’è bisogno di raccontare storie e di persone che sappiano come fare… Forse è meglio venire a sentire chi lo fa di professione ed in grado di trovare dei committenti che finanzino i propri progetti… Qualcuno che con lo storytelling si guadagna il pane quotidiano.

 

L’ispirazione

L’ispirazione in fotografia é importante per ognuno di noi.
Non credo esista nulla che mi butti più giù dell’essere in giro e non vedere nulla che mi attrae, di non trovare cosa fotografare, di non avere idee.
Questo può portare verso lo scattare foto a caso, che nel migliore dei casi serviranno solo a confondermi più le idee.

ispirazione in fotografia

Trieste, 2016

Non sono diverso da ognuno di voi, e con il tempo ho solo fatto pace con tutto questo, quando ci sono periodi così lascio serenamente perdere, casomai cerco di fare qualcosa di interessante anche non strettamente legato alla fotografia…le fotografie arrivano dopo, di conseguenza…quando si vive qualcosa di interessante.
No, non ci sono ricette magiche per ispirarvi; ci sono però di certo dei modi per bruciarla, l’ispirazione…questo accade, di solito, in concomitanza con il momento in cui desiderate ardentemente una nuova macchina fotografica che è più veloce, pesa meno, ha più risoluzione, alti Iso, doppio slot, rasoio incorporato, fa il caffè […] con la speranza o peggio ancora con la convinzione che questo allargherà i vostri orizzonti. Nei rari casi in cui succede, dura poco…ci siamo passati tutti.

camera porn

Camera Porn

 

Nell’ultimo anno ho utilizzato molto del mio tempo per rimettere insieme diversi pezzi, non solo a livello fotografico…ho passato moltissimo tempo tra archivio digitale, provini a contatto e camera oscura, sono passati al setaccio circa 20 anni di fotografie, testi. Questo mi ha dato modo di analizzare i diversi periodi in cui ho fotografato e di ripensare a cosa e come ho vissuto…ed é proprio così che é nato il mio progetto/libro “Time Keeper”

L’ispirazione dovrebbe venire dalla vita. Un buon libro può far pensare a nuovi scenari, la musica può suggerire un atmosfera, ad esempio. A me piace pensare ai racconti di Raymond Carver in cui tutto un racconto si snoda in un racconto, che poi non ha un finale, o meglio, lascia alla testa del lettore completarlo, con finali che variano in base a chi legge. Ho poi scoperto che molti dei suoi racconti sono totalmente autobiografici e che alla fine c’é sempre qualcosa che si ritrova e che rimane costante, come ad esempio quando le coppie si abbracciano e ballano stretti, ad occhi chiusi.
Dubito che uno scrittore possa scrivere (per me) capolavori simili senza aver vissuto un certo tipo di esperienze, senza sapere di cosa si parla insomma.

Quindi cosa ci insegna questo? Mah, forse a cercare di vivere una vita intensa e documentare quella in profondità, invece di cercare di cogliere realtà che non ci appartengono davvero.

Gabriele Lopez Photography

Portovenere 2010

 

La realtà é ricca di situazioni da cui possiamo prendere ispirazione. La natura, l’arte in tutte le sue forme (cinema, pittura, poesia..) e sono forme decisamente distanti dal “modo” dilagante oggi: Social Networks che nel 90% dei casi sono composti da persone che scrollano foto dopo foto per mezzo secondo ognuna con uno smartphone e fanno doppio clic su una foto, per poi dimenticarla…oppure gruppi in cui ci sono vari “guru” che categorizzano cosa passa e cosa no.
Prendiamo ad esempio la “Street Photography”… ci sono dozzine di gruppi che vi dicono come fare street e che guidano nel bene e nel male tendenze che non fanno che omologare il genere secondo questo o quello schema. La cosa va benissimo, se vi appartiene, ma poi mi sento spesso raccontare che la cosa cade a noia e che appunto, manca l’Ispirazione.

Provate a fare un esperimento: tiratevene fuori. Fuori da gruppi che siano produttori di macchine, gallery online, collettivi…pulite la mente per un periodo di qualche mese e vedrete come la mente quando non più bombardata da questi ritmi, riprende ad andare in una direzione personale. Non sta a nessuno stabilire se chiedere una foto per strada, o usare il teleobiettivo, rientri o meno nella “street”.
La Street Photography non deve avere regole predefinite. É fantastica perché ognuno di noi indipendentemente da dove vive può praticarla, non serve noleggiare uno studio per farla…e invece di farla assomigliare e farla rientrare in certi canoni, bisogna tornare a tentare di darle il senso del luogo, e di ciò che noi pensiamo e sentiamo.

Trent Parke. "Camera is God", 2014

Trent Parke. “Camera is God”, 2014. Per completare questa serie T.Parke ha utilizzato treppiede e teleobiettivo, restando circa un anno in un angolo di strada (King Street, Adelaide).

Chiediamoci piuttosto perché molti grandi autori, non solo in fotografia, non mettano costantemente in rete ciò che fanno. Il punto é che serve del tempo a creare un lavoro di spessore; spesso é un lavoro solitario e la stessa ispirazione richiede tempo.

Le mie prime foto erano decisamente influenzate da questi meccanismi…e vagavo senza una guida in testa, da un genere all’altro, senza una sorta di continuità di progetto, da una cosa all’altra, spesso con stili estremamente differenti.

Street, 2001

Street, 2001

Praga, 2002

Praga, 2002

Praga, 2002

Praga, 2002

La vera svolta, a mio avviso, é stata quella di raccontare ciò che sentivo a riguardo di un posto, o di una situazione…come mi sembrava quella città? caotica, poetica, frenetica, romantica, solitaria… Non é forse meglio dedicarsi a fotografare le situazioni che si hanno intorno invece di cercare di fotografare sconosciuti che passano in una lama di luce?

A Berlino ad esempio sono sempre schiacciato dalla pesante eredità storica che questa città mostra ad ogni angolo, mi é quindi impossibile fotografarla come una qualunque città… nei viaggi fatti questo é ciò che essa, mischiata alle mie sensazioni,ha creato…sono certo e felice che altri possano avere una visione al 100% diversa, questa é una ricchezza secondo me.

Berlino Gallery

Berlino, 2014

Berlino, 2014

Trondheim, 2015

Trondheim, 2015

A volte invece mi raccontano che “sai, con i figli piccoli, c’é poco tempo”…e io vorrei tanto poter avere la consapevolezza di oggi per documentare la crescita della mia…il ginocchio sbucciato, le piccole difficoltà, i successi…

Sally Mann - Immediate Family

Sally Mann – Immediate Family

 

Alessia, 2014

Alessia, 2014

Il consiglio é quello di non cadere negli schemi, e lasciare che le foto vengano dalle situazioni in cui vi ritrovate, senza alcuna pretesa di farsele pubblicare online, di far loro vincere alcun concorso, ma di liberarle e farle tornare ad essere il vostro diario di vita, che sarà per forza diverso e personale, perché ognuno di noi é assolutamente unico.
La vita di chiunque é ricca di spunti…perfino i viaggi verso e dal lavoro possono raccontare la vostra storia…Le persone che vi circondano, il vostro quartiere, il vostro supermercato…non ci sono limiti, se siete voi a dettare le regole.

 

Alla fine non sarà annunciare che le vostre sono state pubblicate in uno dei seimila concorsi online che vorrete ricordare, a termine del viaggio.

Godetevi la vita.

Siate liberi.

Milano, sotto casa. 2015

Milano, sotto casa. 2015

Gabriele Lopez – Blog