Raccontare una storia: la luce

Ci sono delle foto che raccontano storie e altre no… Sono tanti i criteri e la tassonomie che possono dare una traccia per cercare di fare una buona foto. Sicuramente una regolina che può aiutare (regole assolute non esistono in fotografia) è quella di cercare una luce che possa da sola “agganciare” chi guarda… che permetta allo spettatore di proiettare facilmente se stesso in un racconto…

Corsi Fotografia

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Per far questo bisogna porre attenzione alle caratteristiche della luce: quantità, qualità, direzione e colore ed agire di conseguenza…
Il primo passo per controllare la luce è uscire negli orari giusti il secondo prendere il comando dell’esposimetro attraverso la compensazione dell’esposizione… Solo così si potranno costruire delle immagini che si avvicinano alla sensazione che avevamo quando abbiamo scattato.

Corsi Fotografia

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Sviluppare una propria sensibilità alla luce è questione di esercizio di pratica e di sapersi divertire, va da se che se non avete sviluppato una sensibilità alla vita alle emozioni sottili ai momenti di attesa sarà dura fare buone foto
Poco importa se state facendo Street Photography o Reportage… La luce è il primo elemento per iniziare un racconto

Corsi Fotografia

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Spesso sono alla ricerca di momenti che solitamente percepiamo solo con la coda dell’occhio… Quelli che Lemagny definì i “momenti in between”… Passaggi… passaggi fra un’azione e l’altra in cui il gesto sembra essere trattenuto, sospeso, non solo congelato dal tempo di esposizione ma fissato anche da una luce particolare…

Preferisco quelle fotografie che mi suggeriscono delle domande… Come se fossero degli inizi… Raramente quelle che mi danno tutte le risposte…
Sicuramente sono un appassionato della Omissione e della Sostituzione… Aspetto le luci calanti le amplie zone d’ombra, lì spesso si nascondono i significati…

Stringe una bottiglia… E’ acqua… Vita.. Chiusa nella plastica… Stringe forte…
C’è qualcuno che lo aspetta a casa… Qualcuno che ha deluso con promesse d’amore…

L’aria del fiume al tramonto… speranza di un domani… luce tiepida scalda le solitudini della vita…
E’ lì quando capisci l’essenza della tua mortalità, ti sfiora la schiena e ti sussurra all’orecchio, l’ultimo raggio porta via le paure e ti da la forza per un altro passo…

Luce accecante cancella pensieri di sconfitta, dietro in silenzio l’attesa… Tutto svanisce nella sera… Profumo di benzina, di automobile e di strada, tanta, ancora davanti…

 

Ci sono oggi corsi o workshop di fotografia e storytelling che fanno sorridere…
Luci e ombre… 🙂

Vi aspettiamo ai nostri prossimi workshop:
Workshop Reportage
Workshop Street
Info sui Corsi

 

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Galileo! Galileo!

Oggi parliamo di inquadratura, o meglio, di modi diversi di inquadrare…naturalmente secondo l’esperienza di chi scrive.

Il metodo che uso prevalentemente io è quello dei mirini Galeiliani. Il mirino Galeiliano è un sistema semplice ed economico, di solito un paio di lenti posizionate vicino all’asse dell’obiettivo, che simulano una sola inquadratura. Per adattarsi ai cambi di obiettivo, sulle macchine che lo prevedono, ha delle cornici luminose che cambiano a seconda dell’ottica montata, come avviene ad esempio sulle nobili Leica.

Lo svantaggio (o differenza) di questo tipo di mirino è presto detto: nei soggetti troppo vicino all’obiettivo c’é il problema della parallasse (il mirino è poco più in alto  dell’obiettivo) e sebbene molte macchine prevedono una correzione del campo inquadrato abbinato alla messa a fuoco il sistema non è precisissimo; inoltre quando si lavora con focali molto lunghe le cornici prendono solo una piccola parte del campo inquadrato, mentre con grandangoli spinti si arriva a dover montare dei mirini esterni che simulino l’inquadratura ampia che quelle lenti offrono.

cornici_Leica_M6

Un esempio di diversi cornici per differenti focali. Il mirino rimane lo stesso, ma cambiano le cornici a seconda del campo inquadrato.

Ma allora perché dovremmo utilizzare un sistema così pieno di controindicazioni quando i mirini reflex o elettronici ci danno un inquadratura così facilitata e precisa?

I mirini Galeiliani sono in realtà molto luminosi e “semplici” nel loro utilizzo e si adattano molto bene ad un tipo di fotografia con ottiche normali o lievemente grandangolari. Il fatto che riusciamo a vedere più di quello che inquadriamo ci aiuta a comporre, perché riusciamo ad immaginare PRIMA se qualcosa può entrare e uscire dall’inquadratura. Per capire questo concetto vi basta pensare a come molti usano le ottiche zoom: zoomano avanti e indietro (spesso perdendo il momento) per capire un concetto che chi usa questo tipo di mirino conosce alla perfezione.
Comporre in questo modo è tutto un altro modo di vedere e analizzare la realtà che abbiamo di fronte a noi.

mirino-FUJIFILM-X100S

Il mirino IBRIDO della fuji serie X. Ottico a Sinistra ed elettronico a destra, un pò lo stesso concetto in chiave moderna.

Nel tempo ho fatto di questo sistema di inquadratura il mio preferito, tanto che varie delle mie macchine hanno un mirino di questo tipo e a seconda dell’uso (personale o lavorativo) posso sempre e comunque ritrovarmi a lavorare in questo modo.

mirini galeliliani

Sia la mia Fuji, una vecchia e mitica Olympus a telemetro e la “compatta” 6×9 condividono un mirino di tipo Galeliliano.

Vediamo un esempio di inquadratura: è subito chiaro che possiamo avere immediatamente un idea di cosa possiamo includere o escludere semplicemente ruotando la macchina o alzando la camera, o allontanandosi, avvicinandosi, eccetera…non è impossibile immaginare ad esempio la sola testa circondata e centrata nella corona di piante con il sole in alto, giusto per fare un esempio.
Con la reflex, o con i mirini elettronici questo non avviene, ci viene precluso tutto ciò che non inquadriamo.

inquadratura in fotografia

 

Per semplificare le cose eccovi una simulazione dal vivo di come ragiono quando faccio un inquadratura:

inquadrare

SIMULAZIONE di come vedo e compongo…penso sempre a cosa può entrare in campo o a cosa posso escludere.

fotografia finale

La Fotografia finale.

Questo metodo, col tempo, ci aiuta a comporre in maniera veloce e differente. Ci porta a prestare attenzione agli angoli della fotografia e non solo al centro, o alla zona attorno alla posizione del sensore AF, e col tempo cambia in modo personale la nostra percezione e il nostro stile, tutto con macchine tendenzialmente più piccole e leggere, grazie all’eliminazione del pentaprisma necessario per la reflex, che comporta ben altri vantaggi di cui discuteremo in un altro post.

Diventa particolarmente utile quando vogliamo fotografare scene complesse, con molti elementi in gioco, ad esempio nella fotografia di strada.

fotografo milano

Approfondimenti:

Workshop di Linguaggio e Composizione fotografica

Workshop di Street Photography

 

Gabriele Lopez

Personal Photography

Fotografo di Matrimonio a Milano

Fotografia Commerciale Milano

 

 

La composizione nella fotografia.

Io e Gabriele parliamo spesso delle nostre fotografie come se potessimo tornare in dietro riposizionarci rispetto ai soggetti e rifarle in tutta tranquillità… Sappiamo benissimo che certe “situazioni” durano solo qualche frammento di secondo ma non per questo ci accontentiamo o non cerchiamo di migliorarci… Questo post nasce da alcune immagini che ho scattato nel corso dell’ultimo viaggio in Mali dove, per la sfortuna dei miei allievi sono stato particolarmente loquace…

Vittore Buzzi Composizione fotografica

Vittore Buzzi Composizione fotografica

Ho parlato parecchio di regola dei terzi, di forme all’interno dell’inquadratura e del mio argomento principe: “La Luce”.

Vittore Buzzi Composizione fotografica

Vittore Buzzi Composizione fotografica

L’Africa e il Mali mi hanno aiutato parecchio e ritorno con tante foto e tanta energia per i prossimi corsi di fotografia che abbiamo in programma. Nel frattempo vi consiglio di meditare e di dare un’occhiata a queste immagini.

Vittore Buzzi composizione fotografica

Vittore Buzzi composizione fotografica

Un’abbraccio e spero di vedervi numerosi nella prossima edizione del corso di fotografia di reportage che stiamo preparando per la prossima primavera.