Street Photography, un anno fa

Circa un anno fa, stavo lavorando a questo video, in collaborazione con Fujifilm per la mia pagina personale.
Girare un video sul mio lavoro é sempre un esperienza particolare, perché mi porta a riflettere a fondo su ciò che faccio e su come la fotografia si trasforma nel mio quotidiano, accompagnandomi e documentando la mia vita e diventandone parte integrante.
Adesso sta per uscire il secondo…ed é forte notare come in questo ultimo anno la mia attenzione si sia spostata ancora una volta verso aspetti diversi della vita e del modo in cui la osservo.

Provo a elencarvi alcuni punti fondamentali di quello che é stato il motivo alla base di questo video…senza la presunzione di insegnare nulla a nessuno, ma magari riesco a fornire una scintilla d’ispirazione. Del resto, é questo che conta.

Fotografia commerciale e fotografia Personale.

Il motivo per cui ho iniziato e continuo a fotografare é soprattutto il potermi dedicare ai miei lavori personali. Questo cerco di ricordarmelo ogni giorno.
La mole di lavoro che svolgo, gli incarichi che accetto e la direzione che cerco di dare al mio lavoro non deve divorare il mio tempo in modo totale, perché l’esigenza principale resta quella di poter documentare ciò che amo e dedicarmi ai miei lavori personali, tenendo un diario quotidiano di tutte le mie esperienze.
Sovraccaricarmi di lavoro e non aver tempo di dedicarmi a me stesso é qualcosa che cerco di evitare, perché é proprio per l’urgenza di fotografare che molti anni fa ho rinunciato ad un lavoro sicuro e pagato in modo più che dignitoso. Questo ha significato moltissime rinuncie, ma mi ha dato un po’ di libertà e la possibilità di gestire il mio tempo.

La fotografia é un diario.

Un caleidoscopio di frammenti, che racconta la vita stessa, é un diario…che serve a focalizzare i miei pensieri e le mie sensazioni.
É come un racconto di quello che mi accade ma senza mai un finale preciso e ben definito. Cerco di lasciare la porta aperta alle interpretazioni di chi osserva le foto.
Mi é capitato a volte che qualcuno mi chiedesse cosa volevo rappresentare con un determinato scatto, ma la mia domanda spesso in quei casi è: “Tu cosa ci vedi?”. Nel momento in cui prendo una fotografia questa é soprattutto guidata dalle mie idee e dalle mie sensazioni, ma nel momento in cui la espongo, e diviene pubblica, acquista tutti i significati e le interpretazioni di chi la osserva. Questo mi interessa e mi insegna moltissimo.
Non completare la storia lascia la possibilità di far coesistere mistero e racconto, rendendo la fotografia un linguaggio molto ampio.

 

Cosa cerco.

Non esco praticamente mai con un’idea ben precisa. Mi lascio guidare dal ritmo della strada e dall’atmosfera. Luci, confusione, solitudine, chaos e poesia di ogni giorno sono casuali e la reazione che ne consegue dipende soprattutto da come mi sento in quel giorno o in quel periodo. Le fotografie sono il risultato di tutto questo e trovo che per raccontare qualcosa una buona strada possa essere questa: la mia idea su un posto, una persona, una situazione. Cosa provo in quel luogo e in quel momento? Come mi sembra quella città? caotica? dolce? romantica? alienante? frenetica? le possibilità sono casuali ed infinite e l’unica cosa che la fotografia può raccontare davvero secondo me é il rapporto che voi avete con quello che fotografate. La fotografia oggettiva é un mito, perché inquadratura, obiettivo, luce in cui decidete di lavorare, ecc….sono tutte delle SCELTE.
Suoni, rumori, canzoni, film, libri…un discorso che ho sentito per la strada può accendere un idea per una fotografia o una serie. Questo mi permette di ricordare, e di avere una possibilità di pensarci ancora, vincendo una memoria infedele.

 

La fotografia non é solo descrizione.

Quando affronto un luogo, o un paesaggio, non cerco di descriverlo. Credo di non essere portato per questo. Ancora una volta credo che l’unica cosa che possa riuscire a fare in maniera decisamente più vera e sincera sia quella di descrivere la mia sensazione di quel posto. Come mi sembra, e come mi fa sentire. La fotografia é personale, sempre.

 

La fotografia non deve restare nel mio computer

La stampa é di fondamentale importanza. Da sempre realizzo fanzine, stampo foto e le appendo, regalo, archivio in scatole e scatole….creo fotolibri, diari pieni di Polaroid. Di recente ho messo assieme un libro con 20 anni di fotografie condensate che raccontano quello che ho sentito come “lo scorrere del tempo” nella mia vita recente. Tutto questo é di fondamentale importanza per me. Le fotografie, se restano negli archivi digitali, vengono dimenticate..ho un estremo desiderio e un urgenza di finalizzare ciò che scatto in economiche sequenze di foto stampate.
Il mio passato da tipografo mi ha lasciato l’amore per gli inchiostri, ed i tipi di carte. Anche vari file digitali che scatto vengono portati in camera oscura per questo motivo , permettendomi di scegliere carte e contrasti del tutto simili a quelli che ottengo dai miei negativi. I risultati sono splendidi.
Un libro rende un racconto in modo splendido

 

Amo la notte

Il fascino della città la notte per me é irresistibile. Io sono sempre alla ricerca della luce perfetta per il mio “film”. Ogni posto diviene teatro per la sensazione che ho in mente. Ombre e luci sono elementi grafici che io considero esattamente al pari delle persone che vivono la scena stessa o che, mancando totalmente, alludono ad altro. Immaginazione e sensazione…la città con tutti i suoi desideri ed i suo ritmi ha un infinità di possibilità che sta a noi cogliere. C’é sempre qualcosa da fotografare, non serve andare lontano…io preferisco fotografare ciò che conosco meglio, infatti in viaggio fotografo molto meno.

 

Bianconero e colore

Amo il bianconero e i miei trascorsi e presenti nella luce rossa della camera oscura ne sono la prova. Molti mi conoscono per i miei scatti in bianconero.
Eppure sono anni che lavoro a colori. Con la scomparsa pressoché totale del mondo della diapositiva avevo interrotto questo processo, ma il digitale ha ridato vita a questo mondo…io aspetto sempre molto a far circolare i miei lavori, aspetto sempre che prendano forma in maniera piuttosto completa prima di pubblicarli, e di mostrarli al mondo della fotografia…ma ultimamente sto lasciando girare le prime cose, molto lentamente.
Il colore può darti quasi la sensazione del “profumo” di una situazione. In un certo senso, sebbene sia più difficile da mettere assieme in un fotogramma, restituisce poi una sensazione più “semplice” e naturale di ciò che ho vissuto, libera da artefatti e trucchi.

 

Ottiche

Amo le focali normali o leggermente grandangolari. Non amo troppo le focali estreme, se non servono a scopi particolari, dedicati pressoché totalmente alla fotografia su commissione nel commerciale. Il soggetto deve avere una forza sua a prescindere, e deve bastare. Quando osservo un mio scatto spesso lo osservo senza contrasti, abbassandolo in post produzione o stampandolo con un basso grado di contrasto se é un negativo, sotto forma di provino. Se é una foto a colori la rendo una piatta scala di grigi. Se anche dopo aver fatto questo tipo di prove la foto funziona allora posso promuoverla, perché significa che il soggetto conta davvero qualcosa per me.
Aggiungere troppi effetti e trucchi in uno scatto mi da la sensazione di non credere abbastanza in quella determinata foto. Mi sembrerebbe un unicorno rosa nella stanza di una teenager, insomma qualcosa destinato a perdere importanza col passare del tempo.
Una fotografia semplice é una fotografia coraggiosa, oggi.

 

Macchine

Macchine piccole e semplici, con i comandi al loro posto. Non voglio dover entrare nei menu per scegliere un settaggio. Uno sguardo veloce mentre cammino mi deve dare all’istante una panoramica totale su ciò che stoi per fare. Tempo, diaframma, compensazione, fuoco. Non voglio altro.
Ghiere e non pulsanti.
Questo mi permette di concentrtarmi sul soggetto e mai sul mezzo. La macchina deve essere affidabile quando lavoro, e visto che non esco MAI senza una macchina (anche se non sempre la uso) deve poter essere un estensione di me stesso, una compagna quotidiana. Il modello non conta, deve andare bene per voi.

 

Guardiano del tempo

La fotografia per me sta cambiando. Come vi dicevo a inizio articolo.
Come una mappa, o una scatola nera di esperienze e memorie, serve a capire me stesso ed il mondo.
Quello che mi interessa é la vita, oggi.

 

A Marzo abbiamo impostato un Workshop di Street Photography che diventa sempre più personale dopo tutto il lavoro che ci abbiamo dedicato negli anni.
Spesso ci sono degli scambi molto ispiranti in quei giorni, non é raro incontrare persone la cui visione ci stupisce, o con cui si finisce per stringere dei rapporti che vanno aldilà del solo weekend del workshop…

info qui: Workshop Street Photography Milano

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