Photoshop e dintorni…. fra il dire e il fare c’è di mezzo il mare.

In questa fine primavera ed inizio estate si è parlato molto delle disgrazie del ricco Steve McCurry con tutti che avevano qualcosa da dire… E’ la fantastica tendenza di molti avere una opinione non di farsi una opinione… Non documentarsi, cercare di capire, comprendere e poi cercare di avere un’idea una posizione… (addirittura su più di un quotidiano / blog  è uscito un articolo con il nome del ricco SMC storpiato giusto per capire quanto era dentro il pezzo chi lo ha scritto). Tipica dello pseudo giornalismo e di alcuni improvvisati critici di fotografia e fotografi che di fotografia non capiscono molto. Questo non vuol dire che per parlare di fotografia tu debba essere un fotografo ma che semplicemente è meglio sapere quello di cui stai parlando.
Il tutto condito dalla dichiarazione del ricco e anziano ex fotoreporter che ha detto:”io sono uno story teller“… Confondere i modi con i mezzi poi è un’altro vezzo… Puoi fare story telling con la polaroid con l’analogico, con la digitale, con photoshop o con la matita…

Chiariamo subito una cosa la mia posizione è molto semplice con le foto ci si può fare quello che vuoi: photoshopparle, colorarle a mano, cuocere i negativi o solarizzarle in camera oscura, riempirle di graffi e peli  se usi l’analogico, rifarlo dopo in digitale… Per me l’espressione personale è  libera all’interno delle regole della società civile e della reciprocità (sarebbe auspicabile collegare il cervello prima di parlare o scrivere).
Nel caso della fotografia aggiungo due cose semplici ma che scontate non sono: 1) Non aver paura di dire e dichiarare quello che fai. (vale per gli interventi che fai e per come riprendi la foto); 2) Si spera che quello che hai fatto abbia un senso una motivazione valida ai fini espressivi.
La fotografia, lo dovrebbero sapere anche i sassi, non è la realtà ma una rappresentazione della realtà attraverso la macchina fotografica, il perchè lo spieghiamo molto bene nel Corso Base.  Questo dovrebbe essere assodato. La fotografia ha cambiato il nostro modo di vedere, percepire e rappresentare la realtà,  questo è stato chiarito egregiamente da Rosalind Krauss e da Franco Vaccari . Leggerli non vi preserverà dallo sparare colossali sciocchezze, però inizia ad essere un po’ più faticoso che dare fiato alla bocca in ogni momento.

Ma veniamo a qualcuno che conosco bene… me 🙂 vediamo tre foto che vengono da un unico originale:

Foto Originale
Foto Originale
Foto oscurata senza spot giallo
Foto oscurata senza spot giallo
Foto in BN
Foto in BN

Questa immagine, in cui ho messo tutta la mia attenzione nel cogliere il momento in cui il viso della bambina era illuminato a metà, è stata modificata nella sua versione finale a colori e in quella in Bianco e Nero.
lo spot giallo della maglietta sul bordo sx al centro della foto mi disturbava, ho ritenuto che non andasse ad alterare la foto e in Lightroom (utilizzo raramente Photoshop) sono andato a scurirlo.
Se la presentassi al World Press Photo probabilmente verrei squalificato… Il concetto però è che non devo aver paura di quello che ho fatto e non devo aver paura di dirlo.
Io per esempio non pago per fotografare e se fossi costretto a farlo per dei progetti particolari non avrei paura ad ammetterlo anche se non mi piacerebbe farlo.

Ho visto negli ultimi anni un libro molto interessante (www.beforethey.com), noioso pieno di condizionamenti visivi e di luoghi comuni, ma comunque interessante frutto di una operazione commerciale che ha avuto una grande fortuna in cui è possibile che ci siano molte foto oltre che posate pagate e photoshoppate, alcune sono anche molto belle però gli esperti lo hanno stroncato e criticato (leggete questo articolo) ma non ha impedito al fotografo di fare un mucchio di soldi, mostre e vendere libri e stampe anche se adesso sta iniziando a fare fund raising per delle NGO.
La realtà è che FARSI una OPINIONE non è come prenderne una a prestito e che siamo vittime dei condizionamenti, dei media e della grande opinione di noi stessi… L’estetica globalizzata poi fa si che a molti piacciano le stesse cose (Teju Cole lo spiega qui)… Infine siamo dei consumatori incalliti…
Dobbiamo iniziare un percorso di liberazione da noi stessi e credetemi non è facile è lento e ci sono molte ricadute. 🙂
Ho usato il noi perchè nel mondo occidentale siamo tutti sulla stessa barca, solo diventando più consapevoli possiamo cercare di crescere e diventare persone più mature…
La fotografia può essere un inizio… Scrivere un diario, fermarci a riflettere… Pensare prima di parlare… Condividere, ascoltare… Diventare curiosi…
Si lo so sono noioso…
Pensate a mia figlia per un po’!!! 😛 🙂 poveretta con un papi così….

 

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