Cosa: fotografia reportage, Fausto Podavini, nuovi modi di essere reporter
Le immagini che vedete qui relative al lavoro di Fausto Podavini Suspended in midair
E’ un continuo piangersi addosso, ovunque mi giri colleghi che si lamentano. Il ritornello è sempre lo stesso: “La fotografia di reportage è morta“…
E’ veramente così? Sicuramente il reportage di viaggio più leggero senza approfondimento sta scomparendo. Ora mai le poche testate che producono ancora servizi preferiscono raccattare in giro sulle agenzie a 1 euro le immagini che servono per montare alla bene e meglio dei servizi rabberciati sia dal punto di vista visivo che dal punto di vista dei contenuti.
In realtà quello che sta accadendo è che continuo a vedere lavori splendidi di tanti colleghi che non vengono pubblicati.
Ho avuto una piacevole conversazione con Fausto Podavini sull’argomento qualche giorno fa prima che partisse per l’India.
F. “E’ una storia trita e ritrita, io smetterei di parlare di crisi semplicemente è tutto cambiato il fotografo deve cercare di trovare nuove vie per finanziare i suoi progetti, che vanno dall’insegnare ( Fausto insegna qui: http://www.collettivowsp.org/) al trovare dei clienti che possono essere anche delle ONG. Insomma è importante fare, crearsi una rete di contatti. Poi è così in tutti i lavori che comprendono la libera professione.”
V. “E’ vero, io poi trovo, avendo fatto una lunga permanenza in un quotidiano, che a volte alcuni progetti manchino un po’ di esperienza giornalistica, forse quella è molto importante…”
F. “E’ fondamentale, informarsi, cercare i contatti avvicinarsi alle storie, oggi sembra tutto facile ma non lo è… Un approccio fotogiornalistico o comunque giornalistico fa la differenza… Certo non è facile imparare…”
V. “A proposito di allievi tu ne avrai visti più o meno 500 quanti lavori buoni ti hanno portato e quanti di loro stanno provando ad entrare nella professione?”
F. “Premesso che metto in guardia i miei allievi sulle difficoltà e sul fatto che debbano investire su loro stessi ho circa una decina di allievi che si stanno attivando professionalmente… e negli ultimi anni mi hanno portato 5 / 6 lavori di spessore… E i tuoi?”
V. “Io purtroppo non ne posso contare più di 4… 2 però erano veramente spaziali… Ritornando però alla nostra professione tu hai avuto una esperienza positiva con il Crowd Funding che sta diventando velocemente una moda hai qualche consiglio?”
F. “Una campagna di Crowd Funding va pensata e pianificata accuratamente, devi avere degli argomenti forti da spendere, oggi vedo che spesso si attivano delle campagne un po’ troppo improvvisate, questo banalizza lo strumento e lo renderà più debole alla lunga con il rischio che in qualche anno diventi del tutto inefficace.”
V. “Invece ti è capitato di lavorare con aziende nella valorizzazione del Capitale Umano o nella rappresentazione dei Bilanci Sociali? Perché qui a Milano ci si sta muovendo…Alcune grosse aziende hanno iniziato reinvestire nell’archivio storico… Cosa che era scomparsa nei passati 6/7 anni. Certo bisogna avere i contatti giusti e presentare dei progetti interessanti che abbiano un ritorno di immagine…”
F.“No, mi sono stati chiesti dei lavori più pubblicitari con il “sapore” del reportage…”
V.“I concorsi e le borse di studio importanti?”
F. “Sono vetrine, sono possibilità però io non produrrei per il concorso, o per accedere alla borsa di studio quelle sono cose che vengono dopo solo se il lavoro c’è. Però una volta che il lavoro è fatto diventano importanti per veicolare il proprio nome e per raccogliere anche dei finanziamenti per mostrarsi ad un pubblico più vasto. Sono una seconda fase quella di promozione del proprio progetto.“
V. “Quindi Fausto riassumendo in maniera positiva cosa si può dire a chi ama la fotografia di reportage oggi?”
F. ” Ci sono delle possibilità ma ci si deve muovere con cautela e con progettualità, si deve essere consci delle proprie possibilità e si devono attivare delle capacità che con il fotografare hanno ben poco a che vedere. Oggi il mondo è pieno di opportunità solo che se continuiamo a pensare ai giornali alle riviste… Beh non è più solo lì che bisogna cercare…Ci sono ONG, aziende, sponsor, c’è la possibilità di fare mostre e di vendere le proprie stampe, libri, corsi… Però ognuna di queste cose richiede competenze, tempo e lavoro e fotografie che siano fuori dalla media…”
V. “Si io penso che si debba iniziare ad avere una progettualità che sia fuori dal comune con una capacità di attirare risorse da campi molto diversi a quelli “tradizionali” della fotografia. Gli spazi ci sono il pubblico anche ma non è più pagante o almeno non è pagante come una volta. Una delle domande che rivolgo spesso ai miei studenti del corso di reportage è proprio questa: Se voi non volete pagare per i contenuti di cui fruite come sperate di essere pagati per produrne? Dovete avere qualcosa da dire e dovete crearvi un pubblico, qualcuno che vi ascolti e questo si può fare solo con il tempo con la tenacia e con tanto, tanto lavoro. I social media poi sono un mezzo non sono il fine… Buon viaggio Fausto dove vai?”
F. “A Varanasi… ”
V.“Ci vediamo a Roma verso Dicembre…”
F.“A Roma.”
Le immagini che vedete qui relative al lavoro di Fausto Podavini Suspended in midair
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