Less is more: free your mind

Less is more: free your mind and your pocket…

Quale è la macchina giusta? E’ la domanda ricorrente che ci sentiamo fare ai nostri corsi… Anni fa un fotografo americano aveva detto: “La macchina migliore è quella che hai in mano quando ti serve…”

Corsi Fotografia

Corsi Fotografia

Ovviamente il concetto era esasperato ma quello che consiglio è prima imparare a vedere e a guardare e poi pensare alle macchine.

Io più passa il tempo più mi accorgo che voglio avere il minor numero di macchine possibili il più piccole possibili, tenendo conto che sono un professionista questo atteggiamento si scontra con tante esigenze diverse… Fortunatamente da un po’ di tempo si è affacciata sul mercato la tecnologia “Mirrorless” oggi abbiamo macchine strepitose con una vasta scelta di ottiche che ti permettono di avere sempre dietro con te la tua fotocamera.

Con uno strumento piccolo e leggero posso permettermi il lusso di prendere appunti “emozionali” ogni volta che ne sento l’esigenza… Sia in viaggio che nel quotidiano…

Anche nei viaggi lontani, a meno che non abbia specifiche esigenze di lavoro, mi porto dietro un solo corpo robusto e una sola ottica l’equivalente  di un 28 mm o di un 24 mmun obiettivo che mi consente di stare vicino alle storie che voglio raccontare. Più leggero mi concentro nel guardare non solo fuori da me ma anche dentro di me…
Less is more…  Liberate la vostra mente, la vostra schiena e, forse, anche il vostro portafoglio da troppa attrezzatura inutile che va ad occupare la vita e non ti permette di viverla.

Solo così possono poi scaturire i miei libricini “unici” tutti fatti a mano pieni d’amore e sentimento…  Storie, racconti spesso oggi inflazionati con il termine Storytelling

Corsi Fotografia Storytelling

Corsi Fotografia Storytelling

Un Workshop di Street Photography, personale frutto di un grande lavoro che abbiamo dedicato negli anni.
Per chi inizia poi il Corso Base una occasione speciale per muovere i primi passi con la fotografia.

Workshop Street Photography Milano
Corso Base Milano

Vittore Buzzi / Fotografo Milano / Fotografo Matrimonio Bergamo / Wedding Photographer Lake Como

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Street Photography, un anno fa

Circa un anno fa, stavo lavorando a questo video, in collaborazione con Fujifilm per la mia pagina personale.
Girare un video sul mio lavoro é sempre un esperienza particolare, perché mi porta a riflettere a fondo su ciò che faccio e su come la fotografia si trasforma nel mio quotidiano, accompagnandomi e documentando la mia vita e diventandone parte integrante.
Adesso sta per uscire il secondo…ed é forte notare come in questo ultimo anno la mia attenzione si sia spostata ancora una volta verso aspetti diversi della vita e del modo in cui la osservo.

Provo a elencarvi alcuni punti fondamentali di quello che é stato il motivo alla base di questo video…senza la presunzione di insegnare nulla a nessuno, ma magari riesco a fornire una scintilla d’ispirazione. Del resto, é questo che conta.

Fotografia commerciale e fotografia Personale.

Il motivo per cui ho iniziato e continuo a fotografare é soprattutto il potermi dedicare ai miei lavori personali. Questo cerco di ricordarmelo ogni giorno.
La mole di lavoro che svolgo, gli incarichi che accetto e la direzione che cerco di dare al mio lavoro non deve divorare il mio tempo in modo totale, perché l’esigenza principale resta quella di poter documentare ciò che amo e dedicarmi ai miei lavori personali, tenendo un diario quotidiano di tutte le mie esperienze.
Sovraccaricarmi di lavoro e non aver tempo di dedicarmi a me stesso é qualcosa che cerco di evitare, perché é proprio per l’urgenza di fotografare che molti anni fa ho rinunciato ad un lavoro sicuro e pagato in modo più che dignitoso. Questo ha significato moltissime rinuncie, ma mi ha dato un po’ di libertà e la possibilità di gestire il mio tempo.

La fotografia é un diario.

Un caleidoscopio di frammenti, che racconta la vita stessa, é un diario…che serve a focalizzare i miei pensieri e le mie sensazioni.
É come un racconto di quello che mi accade ma senza mai un finale preciso e ben definito. Cerco di lasciare la porta aperta alle interpretazioni di chi osserva le foto.
Mi é capitato a volte che qualcuno mi chiedesse cosa volevo rappresentare con un determinato scatto, ma la mia domanda spesso in quei casi è: “Tu cosa ci vedi?”. Nel momento in cui prendo una fotografia questa é soprattutto guidata dalle mie idee e dalle mie sensazioni, ma nel momento in cui la espongo, e diviene pubblica, acquista tutti i significati e le interpretazioni di chi la osserva. Questo mi interessa e mi insegna moltissimo.
Non completare la storia lascia la possibilità di far coesistere mistero e racconto, rendendo la fotografia un linguaggio molto ampio.

 

Cosa cerco.

Non esco praticamente mai con un’idea ben precisa. Mi lascio guidare dal ritmo della strada e dall’atmosfera. Luci, confusione, solitudine, chaos e poesia di ogni giorno sono casuali e la reazione che ne consegue dipende soprattutto da come mi sento in quel giorno o in quel periodo. Le fotografie sono il risultato di tutto questo e trovo che per raccontare qualcosa una buona strada possa essere questa: la mia idea su un posto, una persona, una situazione. Cosa provo in quel luogo e in quel momento? Come mi sembra quella città? caotica? dolce? romantica? alienante? frenetica? le possibilità sono casuali ed infinite e l’unica cosa che la fotografia può raccontare davvero secondo me é il rapporto che voi avete con quello che fotografate. La fotografia oggettiva é un mito, perché inquadratura, obiettivo, luce in cui decidete di lavorare, ecc….sono tutte delle SCELTE.
Suoni, rumori, canzoni, film, libri…un discorso che ho sentito per la strada può accendere un idea per una fotografia o una serie. Questo mi permette di ricordare, e di avere una possibilità di pensarci ancora, vincendo una memoria infedele.

 

La fotografia non é solo descrizione.

Quando affronto un luogo, o un paesaggio, non cerco di descriverlo. Credo di non essere portato per questo. Ancora una volta credo che l’unica cosa che possa riuscire a fare in maniera decisamente più vera e sincera sia quella di descrivere la mia sensazione di quel posto. Come mi sembra, e come mi fa sentire. La fotografia é personale, sempre.

 

La fotografia non deve restare nel mio computer

La stampa é di fondamentale importanza. Da sempre realizzo fanzine, stampo foto e le appendo, regalo, archivio in scatole e scatole….creo fotolibri, diari pieni di Polaroid. Di recente ho messo assieme un libro con 20 anni di fotografie condensate che raccontano quello che ho sentito come “lo scorrere del tempo” nella mia vita recente. Tutto questo é di fondamentale importanza per me. Le fotografie, se restano negli archivi digitali, vengono dimenticate..ho un estremo desiderio e un urgenza di finalizzare ciò che scatto in economiche sequenze di foto stampate.
Il mio passato da tipografo mi ha lasciato l’amore per gli inchiostri, ed i tipi di carte. Anche vari file digitali che scatto vengono portati in camera oscura per questo motivo , permettendomi di scegliere carte e contrasti del tutto simili a quelli che ottengo dai miei negativi. I risultati sono splendidi.
Un libro rende un racconto in modo splendido

 

Amo la notte

Il fascino della città la notte per me é irresistibile. Io sono sempre alla ricerca della luce perfetta per il mio “film”. Ogni posto diviene teatro per la sensazione che ho in mente. Ombre e luci sono elementi grafici che io considero esattamente al pari delle persone che vivono la scena stessa o che, mancando totalmente, alludono ad altro. Immaginazione e sensazione…la città con tutti i suoi desideri ed i suo ritmi ha un infinità di possibilità che sta a noi cogliere. C’é sempre qualcosa da fotografare, non serve andare lontano…io preferisco fotografare ciò che conosco meglio, infatti in viaggio fotografo molto meno.

 

Bianconero e colore

Amo il bianconero e i miei trascorsi e presenti nella luce rossa della camera oscura ne sono la prova. Molti mi conoscono per i miei scatti in bianconero.
Eppure sono anni che lavoro a colori. Con la scomparsa pressoché totale del mondo della diapositiva avevo interrotto questo processo, ma il digitale ha ridato vita a questo mondo…io aspetto sempre molto a far circolare i miei lavori, aspetto sempre che prendano forma in maniera piuttosto completa prima di pubblicarli, e di mostrarli al mondo della fotografia…ma ultimamente sto lasciando girare le prime cose, molto lentamente.
Il colore può darti quasi la sensazione del “profumo” di una situazione. In un certo senso, sebbene sia più difficile da mettere assieme in un fotogramma, restituisce poi una sensazione più “semplice” e naturale di ciò che ho vissuto, libera da artefatti e trucchi.

 

Ottiche

Amo le focali normali o leggermente grandangolari. Non amo troppo le focali estreme, se non servono a scopi particolari, dedicati pressoché totalmente alla fotografia su commissione nel commerciale. Il soggetto deve avere una forza sua a prescindere, e deve bastare. Quando osservo un mio scatto spesso lo osservo senza contrasti, abbassandolo in post produzione o stampandolo con un basso grado di contrasto se é un negativo, sotto forma di provino. Se é una foto a colori la rendo una piatta scala di grigi. Se anche dopo aver fatto questo tipo di prove la foto funziona allora posso promuoverla, perché significa che il soggetto conta davvero qualcosa per me.
Aggiungere troppi effetti e trucchi in uno scatto mi da la sensazione di non credere abbastanza in quella determinata foto. Mi sembrerebbe un unicorno rosa nella stanza di una teenager, insomma qualcosa destinato a perdere importanza col passare del tempo.
Una fotografia semplice é una fotografia coraggiosa, oggi.

 

Macchine

Macchine piccole e semplici, con i comandi al loro posto. Non voglio dover entrare nei menu per scegliere un settaggio. Uno sguardo veloce mentre cammino mi deve dare all’istante una panoramica totale su ciò che stoi per fare. Tempo, diaframma, compensazione, fuoco. Non voglio altro.
Ghiere e non pulsanti.
Questo mi permette di concentrtarmi sul soggetto e mai sul mezzo. La macchina deve essere affidabile quando lavoro, e visto che non esco MAI senza una macchina (anche se non sempre la uso) deve poter essere un estensione di me stesso, una compagna quotidiana. Il modello non conta, deve andare bene per voi.

 

Guardiano del tempo

La fotografia per me sta cambiando. Come vi dicevo a inizio articolo.
Come una mappa, o una scatola nera di esperienze e memorie, serve a capire me stesso ed il mondo.
Quello che mi interessa é la vita, oggi.

 

A Marzo abbiamo impostato un Workshop di Street Photography che diventa sempre più personale dopo tutto il lavoro che ci abbiamo dedicato negli anni.
Spesso ci sono degli scambi molto ispiranti in quei giorni, non é raro incontrare persone la cui visione ci stupisce, o con cui si finisce per stringere dei rapporti che vanno aldilà del solo weekend del workshop…

info qui: Workshop Street Photography Milano

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Fotografia Basica

Ciao a tutti!

É un po’ di tempo che rifletto sul concetto della “mia” fotografia…lasciate che vi spieghi…
É capitato a me ma sarà magari capitato anche a voi di fare un viaggio in un paese lontano e diverso , in cui tutto é interessante, nuovo…pare il soggetto perfetto per una buona fotografia, no?
Naturalmente tutto questo é in parte vero in quanto le esperienze e l’apprendimento una cosa di grande importanza nella vita di tutti noi.
Ci sono sicuramente poche cose che possono darvi qualcosa ed arricchire la vostra mente come un buon viaggio in un paese diverso, con stili di vita differenti.
Io ho visto un sacco di buone fotografie scattate da amici e colleghi sull’India, un paese in cui non sono mai stato…e in cui ho sognato spesso di viaggiare e fare un esperienza personale tra quei luoghi.
Amo molto le fanzine e i progetti libro di Self-Publishing, e mentre cercavo qualcosa di buono e nuovo in rete ho trovato questo libro: Fragment of a spinning rock e non solo mi é piaciuto molto, ma dopo averlo ordinato, nella copia fisica ho finalmente visto molte fotografie diverse dai soliti “clichés” che incontro solitamente nelle fotografie scattate in India, forse per una sensibilità diversa del fotografo o forse semplicemente perché un Indiano ha una visione davvero diversa da quella di un viaggiatore o di un turista. Per esempio, le mie foto di un ragazzo che gira in skateboard per le sttrade di New York non credo siano così insolite e speciali per un Newyorkese…oppure le tante foto di ragazze che passano per Tokyo con la mascherina sulla bocca non credo siano così speciali per un abitante di Tokyo. Ovvio che ognuno fa le fotografie a modo proprio e secondo i propri gusti ma quello che mi appassiona in fotografia negli ultimi anni é decisamente il tornare a fare qualcosa di personale, cose che hanno importanza per me e (forse) riflettono la mia sensazione di un posto..

Se vogliamo dargli una definizione, fotografia basica.

Credo sia proprio questo il punto, tornare alle basi.

Proprio la sensazione che provavo quando facevo foto all’inizio, e questo é assolutamente ciò che cerco di ritrovare.

Quello che sto guardando é questa serie di Parigi…mentre vi scrivo. Ci sono stato innumerevoli volte per motivi di famiglia, lavoro, svago…o fotografia, cercando quel momento di “street” perfetta che cercavo di catturare con una macchina fotografica.  Lentamente, il mio interesse per tutto questo sta svanendo, se non da un senso di atmosfera, mi sembra del tutto inutile e spesso mi spinge a non fotografare.
Nelle mie serie recenti, o nei progetti in corso che porto avanti, cerco quello che mi appare più intimo e ricco di significato personale. Scatto come se non dovessi mai mostrare le mie fotografie a nessuno, e le facessi solo per me, cosa che, del resto, spesso accade.

Cerco la “Mia Parigi”, il mio sguardo e personale su di “lei “, che si tratti di Street Photography, o di una stanza di Hotel che condivido con la donna che amo. É davvero liberatorio lasciare che tutti quei momenti da “manuale” svaniscano dal mirino e si possano così finalmente osservare semmai solo con gli occhi, in modo da esser liberi di sentire e respirare la poesia attorno senza paura di perdersi l’attimo fuggente che tanto nessuno ricorda, lasciando spazio alla possibilità di alzare la macchinetta all’occhio e dar vita a quelle poche foto che davvero ho a cuore di prendere, e che sarò lieto di ricordare.

In fondo, é un interpretazione della strada, nel senso che é lì che scatto.

Discuteremo, se volete, di questo al nostro Workshop di Street Photography a Novembre, a Milano!

basic Photography

 

Creare un progetto fotografico.

Oggi viviamo nell’era del world wide web, della condivisione istantanea, dei like.
Con tutti gli enormi vantaggi in ordine di diffusione dei lavori fotografici e dei contatti tra le persone che ha portato questo fenomeno varrebbe la pena soffermarsi a pensare a come questo periodo é spesso contrassegnato da una certa inconcludenza.

Vale a dire che oggi basta pubblicare qualche foto sul blog, o su questo o quel social network e il risultato pare raggiunto dopo un po’ di “Like”. Sebbene non mi cambi la vita vedere tutti fare così, trovo sia un peccato non consolidare nulla, o quasi, di approfondito, in un progetto duraturo.
Uscire quindi da una rapida e veloce galleria online e creare qualcosa di più lento e ampio.

Un progetto é la coronazione di qualunque lavoro come fotografo. É il momento in cui le immagini passano da immagine singola a gruppo di immagini in una sorta di lavoro compiuto. Il lavoro compiuto può essere un libro, una scatola piena di stampe, uno slideshow…o niente di finale, ma solo un lungo viaggio per tenere assieme qualcosa di importante.

Un pomeriggio ad Oslo assieme ad un amico avevo visto questo libro in libreria:

libro progetti fotografici

Incuriosito, ho subito deciso di prenderne una copia..anche se non volevo farlo in Norvegia. Viaggio sempre con il bagaglio a mano ed ormai era davvero pieno al limite…appena tornato in Italia mi sono preso la mia copia.
Se non lo trovate in libreria potete ordinarlo a questo link.
É davvero un libro eccellente…mostra come grandi fotografi, più o meno noti, usano i mezzi a disposizione per creare un progetto…che sia il libro della vita o una collezione temporanea di pensieri.
C’é chi sceglie di usare Instagram e le gallerie online, chi preferisce basarsi su classici quaderni affiancando scritte e foto, chi le appende sulle pareti fino a riordinare il puzzle nella propria mente, chi stampa a getto d’inchiostro e incolla un “dummy” del libro che poi, alla fine, andrà a stampare. Avere qualcosa di fisico, tangibile, aiuta molto…oltre ad essere molto bello una volta finito (ma anche nel “mentre” a dire il vero) é decisamente più facile fare ordine in questi modi che con una cartella nel computer che contiene migliaia di files che non troveremo mai il tempo di riordinare.

Durante i nostri corsi di fotografia raccomandiamo sempre agli studenti di provare a finalizzare i propri lavori, o almeno di dar loro una forma, una direzione. Oggi scattiamo moltissime fotografie, a volte inutilmente…a volte dimenticandole poco dopo averle scattate. Personalmente trovo sia un peccato per chiunque, ma soprattutto per chi non vuole che la fotografia sia solo un passatempo di passaggio.

Ogni libro é potenzialmente in grado di accendere una scintilla, anche quelli non propriamente fotografici, come un romanzo…ma questo libro offre davvero degli spunti interessanti.

Come possiamo osservare i nostri archivi? quali avvenimenti caratterizzano la nostra cultura, quale parte della nostra storia merita un capitolo a parte? Può essere il caso di mettere da parte gli esercizi e osservare nuovamente le nostre fotografie più elementari? cosa possiamo fare per lavorare sulle nostre foto, aggiungendo e togliendo qualcosa fino a far risultare qualcosa che ci appartiene totalmente?

Prendiamo ad esempio il lavoro di Daisuke Yokota che arriva ad elaborare una semplice istantanea, rifotografandola, fotocopiandola, elaborandola digitalmente e in camera oscura…fino a renderla più vicina a ciò che sente e che sente sfuggire…

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Insomma, nessuna ricetta da copiare, ma tanti spunti per ispirarsi e interrogarsi…oggi se ne sente il bisogno.

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Il libro lo trovate in molte librerie oppure potete ordinarlo qui molto facilmente.

 

Gabriele Lopez

Personal / Fotografo matrimonio / Commercial / Facebook

Scegliere un corso di fotografia…

Pronti per il giro di giostra?

corsi fotografia

Scegliere oggi non è facile.

Questo vale per tutti i campi, che si tratti di fotografia o meno…i soldi sono tut’altro che inesauribili ultimamente, l’offerta di corsi di fotografia è moltissima e spesso ci si trova di fronte a sgradite sorprese, se ne sente spesso parlare..

Senza voler puntare il dito verso nessuno, io voglio credere che la gente sia benissimo in grado di scegliere, di valutare quanto impegno c’è dietro ad un progetto e anche in periodi di coupon a prezzi scontatissimi di dubbia provenienza e qualità spero che la gente cerchi di capire chi sono le PERSONE che stanno dietro ad un’idea.

Ho sempre creduto che chi propone un corso debba avere alcuni di requisiti: il primo, è il più ovvio…delle belle fotografie da mostrare. Il secondo, sempre secondo il sottoscritto, è quello di far trasparire la passione, i progetti, il proprio mondo fatto di amore per la fotografia e per tutto ciò che la circonda che specialmente in un momento difficile come questo ci spinge a continuare, il terzo un continuo miglioramento, i nostri corsi cambiano, cambiano gli autori che presentiamo, cambiano le foto nostre cambia la didattica a seconda delle persone che ci troviamo davanti, cerchiamo nuovi spunti nuove idee.

Ultimamente io ed alcuni colleghi ed amici abbiamo battuto un record di segnalazioni di nostre foto scaricate, camuffate ed infilate in altri siti..una volta un cliente è scoppiato a ridere vedendo nel mio sito delle foto che un altro fotografo aveva allegato ad una mail di risposta ad un preventivo.

Questo è scorretto, e pericoloso. Ognuno fotografa a modo suo e alla fine chi ci rimetterà sarà solo chi commissiona il lavoro, che si vedrà consegnato qualcosa di totalmente differente.

I corsi di fotografia non sono esenti da questo fenomeno…ci si lamenta che la fotografia di stock a prezzo stracciato ha rovinato il mercato e chi propone corsi di fotografia di recente  inserisce sui propri depliant e volantini proprio foto di stock come queste

Possibile che un fotografo non abbia foto proprie? servono davvero caramelle per gli occhi? è questo lo sforzo dietro ad un progetto? Ed anche stavolta, chi ne pagherà il prezzo?

In fondo vorrei che il cambiamento di modi di fare venisse per primi proprio da noi fotografi…

Pronti per il giro di giostra, dicevamo?

Corsi Foto Milano

Corsi Foto Milano

E’ importante che chi sceglie un corso di fotografia abbia una cognizione di quello che sta facendo, oggi di fianco a colleghi stimati e capaci che si impegnano a fondo per divulgare la conoscenza e la cultura fotografica ci sono una pletora di persone scorrette che non hanno esperienza didattica e cercano di insegnare quello che non sanno. In Italia c’è sempre stato questo vizio, e la fotografia non è esente da una secolarizzazione e da una sclerotizzazione e da atteggiamenti corporativi.
Io (Vittore) ricordo chiaramente l’ostracizzazione di cui sono stato vittima in campo editoriale e anche nel campo dell’insegnamento quando ho iniziato tanti anni fa, oggi con internet non è così facile. Ho visto molti furbetti soccombere, purtroppo ho visto persone serie e preparate gettare la spugna perché osteggiate e le cui capacità sono state svilite e non riconosciute.
Vedo ancor oggi critici marchettari che sfruttano la passione delle persone per estorcere una introduzione (a pagamento) a una mostra o ad un libro… Insegnanti improvvisati che pontificano su immagini che non saranno nemmeno mai in grado di avvicinare. Tutto questo fa male.
Quindi cari allievi o meglio cari amici, perché Gabriele ed io facciamo un percorso con voi, cercate di scegliere bene, guardate i curriculum degli insegnanti e le loro foto.
GABRIELEVITTORE
Noi non abbiamo paura ad esporci, a far vedere le nostre foto o a parlare di fotografia. I nostri corsi fotografici sono degli scambi non siamo dei GURU che possiedono la verità, siamo dei fotografi e degli insegnanti di fotografia che continuano a crescere sia dal punto di vista didattico che fotografico.