Se pagate non sono mostre siete mostri

Ultimamente penso che certe persone che fanno mostre debbano sentirsi come gli invitati alla cena dei cretini
Ricevo giornalmente mail da gallerie, curatori e altri fotografi che recitano più o meno così:

<<Siamo lieti di comunicarle che la abbiamo selezionata per partecipare a una mostra irrinunciabile in spazi di pregio a cura del famoso critico XXXX in cui saranno presenti i fotografi YYYY  e ZZZZ per confermare la sua partecipazione basta compilare il form e fare un versamento di 350 Euro e ci spedisca al più presto le sue opere…>>

Ecco allora è meglio che lo capiate subito e che se pagate non sono mostre siete mostriVittime della vostra vanità, della vostra stupidità e di persone, senza scrupoli, che sanno usare questa vostra debolezza benissimo.

 

Vittore Buzzi Photography
Vittore Buzzi Photography

Questo non vuol dire che non si debbano pagare i curatori (ce ne sono pochi  in gamba) o le gallerie (gli spazi dove si fanno le mostre)  ma che se davvero credono in voi vi coinvolgeranno piano nel loro giro, poi se valete troverete degli sponsor o degli spazi che vi daranno una mano.

Oggi che tutti sono fotografi va di moda il NEXT STEP: “Be an artist”

Per far questo tutto è lecito… Ecco curatori senza scrupoli, squali che vi aspettano per fare del vostro portafogli un solo boccone. Ci sono poi i disperati, spazi espositivi in rotta e fotografi in banca rotta che ormai sono disposti a tutto pur di incassare qualche euro in più… critici che per qualche centinaio di euro vi scriveranno una introduzione al vostro catalogo che vi state pagando.

E’ ora di svegliarsi. Io posso avere tanti difetti ma ho due caratteristiche che hanno fatto di me quello che sono, cerco di essere onesto e persevero.

 

Vittore Buzzi Photography
Vittore Buzzi Photography

La verità è che è tutto uniformato, tutto uguale in questo marasma in cui chi urla di più, chi offre di più, come un piazzista, vince. Ecco allora i Workshop che dopo un week end vi fanno un bella mostra… La fiera delle vanità è perversa e ridicola… così di fianco ad autori compaiono foto improbabili e fotografi che amano essere presi in giro.

Cercherò d’ora in poi di essere il più possibile duro con questi comportamenti, intransigente e realista.
Concorsi dove pagate, mostre che vi finanziate e curatori prezzolati non valgono nulla anzi dimostrano solamente che non avete niente, proprio niente da dire, che fotografate per vanità. L’unico vantaggio è che sarete sempre i primi a cui pensano quando si deve organizzare la cena dei cretini… 🙂

Da anni non partecipo a concorsi in cui si paga  (in realtà negli ultimi 10 anni ho mandato le foto solo 3 volte) per le submission, evito call for entry dubbie e non faccio mostre semplicemente perché chiedo non solo di non pagare ma spesso anche di essere pagato.
Rimarrò isolato lo so, lo sono già. Mi importa poco… Da me però potrete star certi di sapere se valete qualcosa o meno. Per me non siete polli da spennare ma persone da aiutare a crescere. Non vi prometterò mostre né lavoro ma solo fatica e pazienza.
Non ci si trasforma in artista dalla sera alla mattina…
Fidatevi, sono stato selezionato per manifestazioni o ho ricevuto premi in cui giuria c’eranoJean-Claude LemagnyCarlo Arturo Quintavalle, Roberta Valtorta, Giovanna Calvenzi, Gabriele Basilico, Mario Cresci, Grazia Neri, Elena Ceratti… Non ho mai pagato una lira… Anzi…
Ho frequentato e frequento ancora critici (veri non farlocchi) e artisti contemporanei… Pochissimi fotografi… Quelli a cui voglio bene…

Vedere oggi quello che vedo, più premi che fotografi, più mostre che fotografie, gente che parla a convegni che si è improvvisata fotografo, curatore o artista… Beh perchè l’ignoranza è ormai dilagante e tutto è parificato verso il basso.

Vittore Buzzi Photography
Vittore Buzzi Photography

 

Qui il progetto completo: Bocca di Magra

Vittore Buzzi: WeddingPersonal

8 Comments

  1. Ottima e attualissima riflessione, sono d’accordo al 101% su quello che dici e come te ricevo quotidianamente inviti a mostre e quant’altro senza neppure perdere un istante a leggere quello che mi propongono, tanto già so dove vanno a parare. E’ un mondo pieno di MOSTRI fotografici.
    Diego

  2. Sono molto d’accordo sulla tua riflessione. Aggiungerei una considerazione e vorrei sapere cosa ne pensi: aldilà degli avvoltoi che vogliono scarnificarti senza valere nulla, vorrei parlare invece del mondo dell’arte, quello autentico (intendo fatto da curatori e critici che svolgono la loro professione con competenza e a pieno titolo)…
    Io trovo che anche qui si possa trovare una sorta di appiattimento: viene considerata foto d’arte, degna di considerazione, solo la foto (rare eccezioni!) un po’ ‘vintage’, forse un po’ sbiadita.. con la solite etichette da appicciare sopra: ‘in questa immagine l’artista coglie la presenza/assenza (parole che vanno bene più o meno su tutto) del tal soggetto/luogo’…
    E perdonami, anche tu, che sei un bravissimo fotografo (o artista, o entrambi), per scrivere questo articolo che parla di ‘arte’ scegli immagini che in una qualche maniera si ‘appiattiscono’ al cliché delle foto d’arte-architettura-reportage… utilizzando toni e colori molto lontani da ciò che sono abituato a vedere da parte tua… e guarda caso sono un po’ vintage, un po sbiadite… Probabilmente perché anche tu (sotto sotto) sai che nel mondo dell’arte e delle gallerie (anche quelle che non si pagano!) oggi questo va di moda… questo è quello che ‘tira’ perché qualche critico (anzi quasi tutti) ha deciso così. Il risultato di tutto questo è che le mostre, anche quelle di bravissimi artisti (come te), sono piene di foto quasi… tutte uguali…

    1. Caro Daniele Corsini,
      Le foto che faccio le “sento” e spesso sono metafore. Mi succede spesso di scattare foto di “IMPATTO”, se ne vedono tante sulla mia pagina FB, che hanno delle funzioni specifiche.
      Penso che tu non conosca il mio percorso di ricerca, semplicemente perchè si non si è visto qui trovi qualcosa: http://www.vittorebuzzi.it.
      Io non lavoro più con gallerie / critici / musei / agenzie fotografiche da quando ho fatto una scelta precisa sulla mia professione cioè fare in maniera serena e onesta il fotografo di matrimonio. Mi spiace che nelle immagini che ho presentato tu veda solo forme o campiture e non contenuti.
      Ammetto che questo non è il posto più adatto di parlare di certe cose. Comunque è vero ci sono delle influenze che da Shore, Eggleston,Ghirri, Chiaramonte, Soth , Hugo sono ricorrenti in un certo modo di guardare il mondo. Però ti assicuro che io lo faccio con amore. Comunque mi sento un fotografo e non un artista.

      1. Grazie della risposta… mentre scrivevo ed inviavo il messaggio temevo di poter essere frainteso… Seguo la tua pagina Facebook ed ho sempre apprezzato le foto street pubblicate, il reportage dedicato alla boxe, le foto del Myanmar … Bianchi e neri molto contrastati, oppure colori molto vivaci, inquadrature che donano dinamicità, a volte, nello street, foto un po’ sporche, mosse… vere. Non che le altre, del tuo percorso non lo siano, anche perché nascono da te, dal tuo amore per ciò che vedi… quindi anche loro vere, ci mancherebbe. Facciamo così: lasciamo stare lo specifico sulle foto pubblicate nell’articolo, non parliamo del tuo lavoro, manteniamo il discorso ‘più generale’… ammetterai che il cliché vintage/desaturato nel reportage architettonico/cittadino sia molto ricorrente… A dirla tutta per rientrare pienamente nell’insieme delle immagini che spesso vedo nelle mostre dovremmo aggiungere anche la caratteristica di un orizzonte un po’ storto.. allora sì che parliamo d’arte!!! Questo è quello che critico, questo appiattimento. Se le guardo con l’occhio del fotografo sono spesso foto mediocri. Certo, potremmo chiamarlo ‘un genere’, in fin dei conti la fotografia non è solo ‘momento decisivo’, è anche contemplazione: sia del ‘bello’, che del ‘brutto’. Ecco, va molto di moda fotografare l’abbandonato, il desolato, il privo di estetica… Comunque hai ragione è un discorso molto lungo e non voglio invadere il tuo blog e vorrei fosse chiaro che scrivevo per stima, non per critica!

  3. Sono più che convinto che la fotografia begli ultimi anni abbia avuto un regresso notevole sotto l’aspetto artistico e di ricerca e nello stesso tempo una grande diffusione attraverso portali di vario genere
    La fotografia come la intendo io e la ricerca dell’attimo unico e irripetibile e chi come me si definisce un fotografo da strada che ama aspettare ad un angolo in profondo silenzio la vita che scorre per poter cogliere il momento senza tamburi che inneggiano al diventar famosi o a ori poco luccicanti,io amo l,arte e tutti coloro che la vivono rispettandosi e rispettando gli. altri che in silenzio in varie parti del mondo ci trasmettono immagini uniche.Grazie per la lezione di vita che ci hai trasmesso Maurizio C.

  4. Concordo queste sacrosante parole.
    Come dire, ora solo non resta capire da quale parte siedo veramente…. Vanitoso mediocre figlio del mio tempo illuso di chissà quali speranze, o valoroso possessore di una Fuji mirrorless con contenuti e preparazione al mio arsenale figlio del mio tempo illuso di chissà quali speranze?
    Avrò da pensare (non che fin’ora abbia passato giornate libere da certi pensieri).

  5. Hai perfettamente ragione, in questa bolgia infernale, da Divina Commedia, della fotografia i “gatti e le volpi” si moltiplicano a dismisura sapendo che la gran parte dei fotografi che si firmano “photographer” si illudono non tanto di diventare ma di essere dei Cartier Bresson moderni e pensano che valga la pena spendere cifre assurde pur di apparire, con la speranza pinocchiesca di veder crescere l’albero dei denari. NON ABBOCCATE ALL’AMO cercate invece di conoscere persone serie che sappiano guidarvi sulla giusta via e senza peli sulla lingua e in tutta onestà vi aiutino a capire ile vostre intenzioni fotografiche

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