Creare un progetto fotografico.

Oggi viviamo nell’era del world wide web, della condivisione istantanea, dei like.
Con tutti gli enormi vantaggi in ordine di diffusione dei lavori fotografici e dei contatti tra le persone che ha portato questo fenomeno varrebbe la pena soffermarsi a pensare a come questo periodo é spesso contrassegnato da una certa inconcludenza.

Vale a dire che oggi basta pubblicare qualche foto sul blog, o su questo o quel social network e il risultato pare raggiunto dopo un po’ di “Like”. Sebbene non mi cambi la vita vedere tutti fare così, trovo sia un peccato non consolidare nulla, o quasi, di approfondito, in un progetto duraturo.
Uscire quindi da una rapida e veloce galleria online e creare qualcosa di più lento e ampio.

Un progetto é la coronazione di qualunque lavoro come fotografo. É il momento in cui le immagini passano da immagine singola a gruppo di immagini in una sorta di lavoro compiuto. Il lavoro compiuto può essere un libro, una scatola piena di stampe, uno slideshow…o niente di finale, ma solo un lungo viaggio per tenere assieme qualcosa di importante.

Un pomeriggio ad Oslo assieme ad un amico avevo visto questo libro in libreria:

libro progetti fotografici

Incuriosito, ho subito deciso di prenderne una copia..anche se non volevo farlo in Norvegia. Viaggio sempre con il bagaglio a mano ed ormai era davvero pieno al limite…appena tornato in Italia mi sono preso la mia copia.
Se non lo trovate in libreria potete ordinarlo a questo link.
É davvero un libro eccellente…mostra come grandi fotografi, più o meno noti, usano i mezzi a disposizione per creare un progetto…che sia il libro della vita o una collezione temporanea di pensieri.
C’é chi sceglie di usare Instagram e le gallerie online, chi preferisce basarsi su classici quaderni affiancando scritte e foto, chi le appende sulle pareti fino a riordinare il puzzle nella propria mente, chi stampa a getto d’inchiostro e incolla un “dummy” del libro che poi, alla fine, andrà a stampare. Avere qualcosa di fisico, tangibile, aiuta molto…oltre ad essere molto bello una volta finito (ma anche nel “mentre” a dire il vero) é decisamente più facile fare ordine in questi modi che con una cartella nel computer che contiene migliaia di files che non troveremo mai il tempo di riordinare.

Durante i nostri corsi di fotografia raccomandiamo sempre agli studenti di provare a finalizzare i propri lavori, o almeno di dar loro una forma, una direzione. Oggi scattiamo moltissime fotografie, a volte inutilmente…a volte dimenticandole poco dopo averle scattate. Personalmente trovo sia un peccato per chiunque, ma soprattutto per chi non vuole che la fotografia sia solo un passatempo di passaggio.

Ogni libro é potenzialmente in grado di accendere una scintilla, anche quelli non propriamente fotografici, come un romanzo…ma questo libro offre davvero degli spunti interessanti.

Come possiamo osservare i nostri archivi? quali avvenimenti caratterizzano la nostra cultura, quale parte della nostra storia merita un capitolo a parte? Può essere il caso di mettere da parte gli esercizi e osservare nuovamente le nostre fotografie più elementari? cosa possiamo fare per lavorare sulle nostre foto, aggiungendo e togliendo qualcosa fino a far risultare qualcosa che ci appartiene totalmente?

Prendiamo ad esempio il lavoro di Daisuke Yokota che arriva ad elaborare una semplice istantanea, rifotografandola, fotocopiandola, elaborandola digitalmente e in camera oscura…fino a renderla più vicina a ciò che sente e che sente sfuggire…

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Insomma, nessuna ricetta da copiare, ma tanti spunti per ispirarsi e interrogarsi…oggi se ne sente il bisogno.

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Il libro lo trovate in molte librerie oppure potete ordinarlo qui molto facilmente.

 

Gabriele Lopez

Personal / Fotografo matrimonio / Commercial / Facebook

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